Roma 5 maggio 2011 - Nei locali della Camera dei deputati a via del Seminario, è stato presentato il libro "Precari - Storie di un'Italia che lavora" di Marianna Madìa, deputato del PD e membro della Commissione Lavoro.
E' un saggio che sfugge a qualunque tipo di etichettatura, sia per lo stile che per la prospettiva da cui l'autrice racconta le vicende dei lavori in Parlamento, sui temi caldi, scottanti e spesso drammatici del lavoro. Come sottolineava Lucia Annunziata, noto volto del giornalismo RAI e moderatrice nel convegno in Sala del Refettorio, i parlamentari oggi nell'immaginario collettivo, appaiono come corpi estranei alla realtà del quotidiano dramma del lavoro. La Annunziata vede la bellezza del libro di Marianna Madìa nella visione "tridimensionale" che descrive l'azione sua personale e quella del PD nel dibattito in Parlamento, ma poi "esce dall'aula", per "vedere con gli occhi del cittadino e lavoratore" la dimensione degli effetti spesso drammatici, a volte paradossali di ciò che l'aula ha determinato.
E' un saggio che sfugge a qualunque tipo di etichettatura, sia per lo stile che per la prospettiva da cui l'autrice racconta le vicende dei lavori in Parlamento, sui temi caldi, scottanti e spesso drammatici del lavoro. Come sottolineava Lucia Annunziata, noto volto del giornalismo RAI e moderatrice nel convegno in Sala del Refettorio, i parlamentari oggi nell'immaginario collettivo, appaiono come corpi estranei alla realtà del quotidiano dramma del lavoro. La Annunziata vede la bellezza del libro di Marianna Madìa nella visione "tridimensionale" che descrive l'azione sua personale e quella del PD nel dibattito in Parlamento, ma poi "esce dall'aula", per "vedere con gli occhi del cittadino e lavoratore" la dimensione degli effetti spesso drammatici, a volte paradossali di ciò che l'aula ha determinato.
Lucia Annunziata era moderatrice alla presentazione del libro "Precari" dell'On. Madìa
L'accento nel libro è nella "Stabilità Precaria" del lavoro, che soffoca le vite e le aspirazioni, appiattisce la partecipazione sociale ed economica del nucleo familiare, relega la vita a perenne attesa del "posto fisso" che non arriva mai, colpisce il ruolo delle donne, sia per le ambizioni lavorative, che per quelle di donna e madre repressa nel sociale e nell'affettivo, producendo un angosciosa consapevolezza di limbo da cui non si esce nemmeno in età matura, con significative quote di lavoratori e lavoratrici che a 40/50 anni si sono cronicizzati nella prigione del precariato.
"Questo libro è il tentativo di raccontare cosa è successo in Parlamento in questi primi tre anni di legislatura sui temi del lavoro e della precarietà. In questi anni c'è stato un Governo che forse più dei governi precedenti ha destrutturato il diritto del lavoro creando molte più disuguaglianza e molte più situazioni di insicurezza per migliaia di giovani e di donne soprattutto. Ci sono persone che pur di tenere un piede nel mercato del lavoro pietiscono uno stage gratuito". On. Marianna Madìa
Il libro "Precari - Storie di un'Italia che lavora" fra i capitoli dedicati alle mille vertenze in atto, all'azione politica del PD e di Marianna Madìa, dedica un capitolo alla vicenda della Agile (ex) Eutelia.
Scrive l'On. Madìa nel capitolo dedicato a Eutelia: "Ciò che è avvenuto ai lavoratori di Eutelia è inaccettabile. Se le aziende in nome di interessi poco chiari, scaricassero completamente la crisi sui lavoratori non pagando gli stipendi , sarebbe un disastro sociale. Se nessuno deve rimanere indietro, come ha detto il Ministro Tremonti, allora è giusto che la collettività si prenda cura di queste situazioni. Sempre più la nuova frontiera dell'inclusione sociale è dare a tutti un reddito. Anche ai "falsi garantiti". Altrimenti ci sarà sempre qualcuno che rimane indietro."
Ha aperto il dibattito il Segretario CGIL Susanna Camusso, autrice dell'introduzione di "Precari", che ha ricordato al Ministro Tremonti, presente come relatore e parte in causa del Governo, la sua esternazione sulla predilezione per il posto fisso, tanto apprezzabile quanto attualmente irrealizzabile per larga parte della forza lavoro italiana.
Per Camusso in questi tre anni di legislatura, non c'è stata alcuna progettualità del Governo sui temi del lavoro, al punto che non si affrontano drammi come la continuità del reddito al precariato, con ricette praticabili come potrebbero essere ammortizzatori sociali per chi esce ed entra di continuo dal mercato del lavoro, e altre "cose che non costano" come potrebbe essere lo sfrondamento della jungla contrattuale dalle attuali 35 forme, che potrebbero ridursi a 4/5 tipi di contratto lavorativo con effetti positivi a costo zero. Il vero tema per la Camusso è: "restituire ai giovani l'età adulta"
Tutto questo sarebbe possibile con la progettualità del lavoro, con decisioni "scomode" che portino alla ridistribuzione della ricchezza, lo sviluppo oggi è fermo agli annunci cui non seguono atti pratici del Governo e con un concetto che è diventato il Grande Tabù: Patrimoniale...
Anche questa occasione non è stata trascurata dal "Delfino" per difendersi attaccando il libro e l'autrice, rei di rinfocolare atteggiamenti di demonizzazione preconcetta e manicheista contro l'azione del Governo, che ad avviso del Ministro delle Finanze ha il grande merito di aver tenuto i conti a posto, con grande tenuta del bilancio e del "risparmio delle famiglie" (non abbiamo capito a quali famiglie si riferisse il nostro Ministro delle Finanze ndr). La filippica è proseguita con dichiarazioni di auto compiacimento sul fatto "il paese ha tenuto" e che si può contare sulla "coesione sociale".
Tremonti si è soffermato sui concetti di realismo ed equilibrio, che escono da uno scenario mondiale che è cambiato, determinando una realtà economica da cui non si può derogare.
Il Ministro ha poi parlato di "Questione Meridionale" che i presenti pensavano fosse materia del Regno Sabaudo nel 1861, scoprendo invece dalle sue intuizioni che è un problema attuale determinato dal cattivo uso dei capitali. Da tutto ciò si determina lo squilibrio di un Italia che al Nord ha sviluppo e produzione alla tedesca, al Sud invece si produce solo un contrappeso negativo.
Altra brillante dissertazione ha riguardato la cultura nella TV di stato, in cui dovrebbero esserci più inglese e film in lingua originale e "meno ballerine", noi a questo punto ci siamo domandati se in casa di Tremonti non ci siamo problemi di sintonia sulle reti MEDIASET...
Il gran finale è stato la considerazione che la patrimoniale ha sempre funzionato male e che non ci sono grandi capitali in Italia a cui attingere, perchè i grandi capitali sono all'estero, in questo possiamo concordare visto che vi sono all'estero anche i capitali che la Eutelia vi ha traslato a nostre spese, senza contare quelli dei diritti televisivi...
I presenti al dibattito per un terzo applaudivano il Ministro Tremonti, i restanti 3/4 si chiedevano: ma il lavoro, il precariato, lo sviluppo si è dimenticato di parlarne?
Lucia Annunziata da giornalista garbatamente corrosiva quale è, ha concluso il dibattito dicendo che: "attende il Delfino sul trono", con riferimento all'"investitura" di Tremonti, come possibile erede del Presidente del Consiglio, ci domandiamo: sul Colle dovranno ripristinare balconi da cui arringare folle deliranti...?
Tremonti si è soffermato sui concetti di realismo ed equilibrio, che escono da uno scenario mondiale che è cambiato, determinando una realtà economica da cui non si può derogare.
Il Ministro ha poi parlato di "Questione Meridionale" che i presenti pensavano fosse materia del Regno Sabaudo nel 1861, scoprendo invece dalle sue intuizioni che è un problema attuale determinato dal cattivo uso dei capitali. Da tutto ciò si determina lo squilibrio di un Italia che al Nord ha sviluppo e produzione alla tedesca, al Sud invece si produce solo un contrappeso negativo.
Altra brillante dissertazione ha riguardato la cultura nella TV di stato, in cui dovrebbero esserci più inglese e film in lingua originale e "meno ballerine", noi a questo punto ci siamo domandati se in casa di Tremonti non ci siamo problemi di sintonia sulle reti MEDIASET...
Il gran finale è stato la considerazione che la patrimoniale ha sempre funzionato male e che non ci sono grandi capitali in Italia a cui attingere, perchè i grandi capitali sono all'estero, in questo possiamo concordare visto che vi sono all'estero anche i capitali che la Eutelia vi ha traslato a nostre spese, senza contare quelli dei diritti televisivi...
I presenti al dibattito per un terzo applaudivano il Ministro Tremonti, i restanti 3/4 si chiedevano: ma il lavoro, il precariato, lo sviluppo si è dimenticato di parlarne?
Lucia Annunziata da giornalista garbatamente corrosiva quale è, ha concluso il dibattito dicendo che: "attende il Delfino sul trono", con riferimento all'"investitura" di Tremonti, come possibile erede del Presidente del Consiglio, ci domandiamo: sul Colle dovranno ripristinare balconi da cui arringare folle deliranti...?
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