Cara Beatrice, permettici di chiamarti così, come dei vecchi amici, perchè questa più che una lettera aperta vuole essere un'intervista non richiesta, per capire e farci capire. Vogliamo innanzi tutto serenamente dissentire dal titolo del tuo pezzo del 24 novembre: "La lenta agonia dei dimenticati di Eutelia" perchè noi ci sentiamo certo dimenticati (per ora), ma non certo in "lenta agonia", ne tanto meno "di Eutelia" che ha fatto di tutto per liberarsi di noi, dal giugno 2009 a oggi ed ora noi lottiamo per applicare una sorta di "contrappasso della Giustizia", che ci riporti in Eutelia. Questa è la nostra strategia di lotta e vogliamo raccontarti di questo nostro momento, diverso da quelli "epici" delle occupazioni e dei presidi, ma non certo di rassegnazione, anzi di lotta per il lavoro, la giustizia e i diritti, con modalità diverse da quelle classiche adottate fin'ora.
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