Non ho in questo momento la lucidità per poter fare un analisi, con la freddezza che sarebbe necessaria in un momento come questo, posso solo esternare delle sensazioni. Il 14 dicembre 2010 sarà per sempre una data da ricordare come fra le pagine più buie, di un Paese che ha le coscienze, la volontà politica, la capacità di discernimento critico della realtà, completamente anestetizzate, in una sorta di incubo sia per chi non si rende conto di cosa stia accadendo, sia per chi come me e come gli oltre 100000 in corteo a Roma, hanno vissuto questa giornata di speranze, entusiasmo, esaltazione collettiva e poi la mazzata dell'annuncio: un manipolo di gnomi, mercenari, ascari e Giuda Iscariota hanno eletto questo individuo a loro Monarca.
Ho negli occhi le teste spaccate di ragazzi che rivendicavano in piazza il diritto a un futuro, il senso di smarrimento fra noi lavoratori della CGIL in piazza con questi ragazzi, che presentivamo tutto questo, ma in fondo speravamo che l'incubo finisse come per magia, e poi vetri di banche spaccati, un segnale stradale assurdamente infilzato in una vetrata a due passi da Piazza Navona, e poi lontano un cassonetto che volava come mosso per forza propria, odore di fumo acre e urla di guerriglia in stile macelleria anni 70'.
Erano i cosiddetti "black block" in azione, servizievoli belve assetate di sangue e distruzione rivestiti da manifestanti sopra le divise di servitori dello Stato (o di chi...?), al servizio dell'individuo raffigurato sopra, che ora potrà dire che gli studenti e i lavoratori in marcia a manifestare in questo maledetto 14 dicembre, erano niente altro che pericolosi sovversivi violenti e politicizzati.
Verrà il giorno uomo di Arcore che smetterai di comprare tutto e tutti e quel giorno saremo in strada ancora a festeggiare la tua morte politica e morale, ti vogliamo vivo e vegeto a meditare sui tuoi misfatti, perchè è vero:
quello che sei lo hai stampato sulla faccia
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